venerdì 8 giugno 2012

Il Sistema della Corruzione


Isabella Consoli


                                                       De Chirico. Solitudine del Guerriero

Ragioniamo il titolo, il sistema della corruzione, secondo filosofia. La gaia scienza. E’ da sapere che la filosofia si diverte.  Divertendosi diverte. I filosofi sono persone dotate di humor, quello buono o il buon umore. Basta essere spiritosi e ironici e il gioco è fatto, si è potenziali speculatori. D’idee. Oggi è di tendenza la speculazione. Perché non fare il Rating del buon tempo perso? Il filosofo che lo sa fare, al posto del soldo mette a vantaggio il tempo sprecato in chiacchiere. Come l’agente di Rating il denaro sprecato dai corrotti.
   Come il poeta, il filosofo ama l’eccesso, al contrario  dello psicologo alla moda che si conduce sobriamente. E’ così fisso nel suo tecnicismo che annoiando si annoia, lo direi in default di spirito. Del resto arginare la molteplicità della cifra umana nei termini della casistica, vuoi la coazione, la contestualità, il setting, l’acatasia.. risulta tediosamente ripetitivo, nonché spiacevole.

   Il filosofo è uno sperimentatore, anche delle parole. Le conosce nell’intimo e pari il musicista le mette a “sis-tema” con variazioni, le orchestra in gioia come il tempo della noia. Esagerandone del senso, come il poeta esagera del bello.  Non è di più affascinante e travolgente dell’eccesso. L’eccesso può divertire ma non sa annoiare. Induce alla riflessione.  L’attuale grande assente.

   Naufragare nel mare dell’informazione scritta impegna a disimparare a leggere, l’informazione orale disinforma l’ascolto. Mancando il secondo fattore del teorema, la risposta del lettore. La risposta pretende la fatica di elaborare la risposta. Quando le ricette sono precedentemente elaborate, perché sforzarsi di ri-elaborarle, perché elaborare la ragione e la cagione degli ingredienti? Chi ricerca l’estrema miseria o la ragione sufficiente di un avvenimento? Ad esclusione del vaso che casualmente cade in testa al passante  – anche questo frutto del caso ha una sua logica di partenza –  gli eventi per lo più sono i conduttori dei sommovimenti interiori della storia, i suoi umori e i suoi capricci, divengono le cose in obbedienza a una strategia che le precede, espressione di un effetto a catena, o una serie di operazioni umane che li precede e li conduce. Ma nessuno si cura di grattare l’apparenza e guardare la cifra della somma delle varie componenti di un evento, quella  sta scritta sotto la patina d’inchiostro. Pure gli Italiani sono dei buoni consumatori dei Gratta e Vinci!

   Non bisogna leggere per caso o per leggere, non bisogna ascoltare per ascoltare, ciò manifesta una iperbolica mancanza di senso critico, oltre che pratico, una vista miope, una intelligenza inabile. Pigra statica dormiente, affermando contestualmente tutta l’inutilità di essere andati a scuola. Semmai ci si è andati. Per un attacco di sfortuna autoimmune, aggiungo, la scuola degli ultimi 20 anni l’organo principe della ignorantizzazione di massa.
Il secondo l’informazione.
Badando prima alla scuola, essa conservò sé stessa per inversione, maestra di cerimonie ormai di un potere ineffabile: la Nullizazione, personale neologismo. Fa schifo, ma non più di Attenzionare, Esodare, Egregorare. Sono nel dubbio se raddoppiare la Zeta, voce dello sverbo NulliZZare. Penso di doverlo fare. ZZ vuol dire dormire, più del linguaggio potè il simbolo.
Bene, la scuola nullizza la persona. Affatto l’annulla. Annullare presuppone un’azione che agisce nella direzione dell’annullamento, opera con forza sul soggetto che intende mandare KO. Assai più efficace pratico e indolore annullare chi non può reagire. L’oggetto. Acciò è sufficiente una piccola cattiva azione, la breve rasoiata nel punto giusto dell’organo culturale:  ritagliare dalle lezioni della Storia e della Filosofia ma non soltanto, la Matematica, la Fisica, la Letteratura, la Storia dell’Arte il protocollo socratico: gnosce te ipsum. Che è poi il protocollo cristico: Conosciti, coglione. Prima di togliere la pagliuzza dall’occhio dell’amico sgombra il tuo della trave.
   Gli è tutto un programma hodesta frasetta: intende affatto accomodato al di fuori dell’uomo il fondamento della conoscenza, con le braccia conserte seduto sopra una nuvola nell’attesa di venire raggiunto. Dolorosamente il principio di tutte le cose se ne rimane in attesa dentro l’uomo. La conoscenza del quale dipende dalla coscienza del sé. Tolta la seconda, la prima si ammala di una patologia autoimmune, si elimina da sola, cessa di collaborare. Al portatore della coscienza estinta, la cara estinta,  non rimane che agire nella direzione della resa (al fuori del sé) del proprio pensiero, tanto quanto il portatore della sclerosi multipla agisce nella direzione della resa ai farmaci e le terapie che gli vengono dall’esterno, non sapendo via più gestirsi in  autonomia. Ciò vale demandare ad altro, secondo logica, l’operazione della conoscenza e della mobilità intellettuale, come nel caso della sclerosi la mobilità fisica. Bene, la cara estinta è stata nullizzata dagli estintori.
La scuola il principale estintore della società ai tempi della globalizzazione. Dell’intercettazione, dell’informazione, della bestializzazione. Amen.
A partire dalla scuola materna, Olga Rovere,severa maestra dei neo costumi, estinguete la coscienza della persona violentandola a destra a sinistra al centro.

   Sgarbi annuncia nel suo ultimo libro che l’Arte è contemporanea, vale a dire e giustamente la bellezza è l’oggi, sia pure datata 3000 anni. E’ stata, è,  sarà, come il Dio del Sinai. Il quale per vedere, Mosè si beccò un mal di occhi lungo 40 giorni. Illuminato come gli fu lo sguardo di una luce troppo forte. Senza il quale raggio coscienziale la Cappella Sistina si trasformò in una sequenza di fumetti, molto ben disegnati.  Cazzarola, bravo quel vignettista rinascimentale, come si chiama? Ah si, Michelangelo. Tipo strano, e, sentito con le mie orecchie dalla bocca di una graziosa deficiente oltreoceanica, "ma come sono grasse le sue anime". Tanto quanto la tua è inconsistente, dear.
   In Italia si mangia bene, si mangia tutto, fino all’ultima briciola di Travaglio e di Passera. Eros e Thanatos, sempre di moda.
Afferma la ventenne maestra di pensiero Saggitariano: il precipizio d’accidia (la pigrizia spirituale) costante ai giorni nostri dei mezzi veloci. Per sentire la fatica fisica e smaltire la pigrizia l’uomo frequenta le palestre, già che tra l’uomo e quello che gli sta oltre è l’offerta speciale  del mezzo veloce. Il bipede non sa ormai divenire senza un motore, nemmeno sa venire senza il Viagra. Non scrive senza il computer, non ha amici senza un video, non legge senza che l’informazione gli indichi cosa debba leggere, come lo si debba leggere, dove. Neppure defeca senza informazione, se Marco Travaglio o l’Annunziata o Chiesa sapessero in quanti gabinetti entrano quotidianamente e quanto stimolanti le loro informative! Sporgerebbero denuncia per inquinamento della verità. Il che tecnicamente è giusto, i signori citati e i loro amici non dicono le bugie.
   Paolo Barnard li chiama simpaticamente i parrocchiani della chiesa alternativa. Pure io li chiamo così, dicono dicono dicono per non dire un bel niente, ma lo dicono così bene! La Chiesa delle mezze verità è pari alla Chiesa delle verità negate.
Come nascondere una verità evidentissimamente da negare?
Controllandola.
Travestendola di rosso fuoco, bianco sperma e verde pisello. La gente guarderà solo i tre vistosissimi colori, la facciona ruby..conda e il pisello sempre al dritto del Cavaliere cantati ai quattro venti, ma distratta d’osservare in faccia il portatore.
Sotto il vestito tricolore: Niente.  La sobrietà Montiana, il pregiatissimo Niente rapace.

L’io odierno non conosce nulla e nessuno senza l’informazione. Infine non sopporta di non essere il centro delle cose. Io C’entro che vuol dire io sono AL centro, si può disapostrofare nell’Io Centro, io sono IL centro degli eventi. Vivo il tempo reale, che ahinoi non è il tempo culturale. Dice bene quell’Arlecchino intelligente Sgarbi servitor di due padroni, anche tre.
La cultura è l’oggi.
Invece tra l’uomo e l’evento avviene la ristrettezza.. della misura. Spazio-temporale. Come tale la ristrettezza della conoscenza. Il sintomo dei nostri giorni, l’ignoranza battuta al maglio della informazione. L’uomo occidentale è gravemente malato e non si conosce nella “fase terminale della conoscenza”. Ha smesso di “ricercare” l’antidoto. La ricerca pretende tempi lunghi esperimenti e  faticosi spostamenti, il ricercatore cammina a piedi, per fare uno psico-chilometro di conoscenza deve faticare.
Nietzsche scrive: sono ancora alla ricerca di un filosofo medico.
Dice bene e male: in terra siamo ancora alla ricerca di pazienti. Egli stesso sommo pensatore-profeta è un dottore della Chiesa filosofica, quella che dice pane al pane e vino al vino. Ciò perché il sommo filosofo dell’essere Nietzsche ha commesso degli errori, il più evidente sopravvalutare gli uomini, pensandoli alla ricerca di un medico! Ogni dottore è anche medico, come ogni medico è fecondo anche dell’errore, il medico risulta anche poeta, ogni poeta è narratore. Ogni narratore compone una feconda serie di sciocchezze, ma le dice così bene. Pochissimi se ne accorgono, perché in pochi leggiamo la narrativa, la poetica, la filosofia.
Infine il filosofo è il profeta. I profeti si sa al pari degli artisti  amano vivere pericolosamente, detestano l’informazione, pertanto commettono tutti lo stesso errore. Assegnare la ragione alle cose e pretendere che gli altri la capiscano
A dire come stanno le cose provvedono gli amatissimi comunicatori,
a dire il “come mai così stanno le cose” provvedono gli sciagurati pensatori.
Non conosco una specie umana più detestata e insultata. Irrisa e derisa.
 Così il filosofo oltre interpretarsi il poeta, il medico, il narratore, il profeta, interpreta pericolosamente l’inascoltato che finisce nei guai. Vive in guerra con i propri simili e con sé stesso, spedisce le sue parole in mari inesplorati e minacciosi, spesso facendo naufragio nei cuori dei predatori e i conquistatori dei vari regimi. Così accadde, e così accade. Ogni società rifiuta i suoi profeti. Nella dis-civilizzata società occidentale della globalizzazione del Niente, fortuna vuole che muoiano di morte lenta, non letti, ma nel proprio letto.

                                                            De Chirico: Solitudine del Poeta

Ogni società mal sopporta i suoi profeti perché mal sopporta che gli si dica come stanno le cose. Considera una perdita di tempo il ricercare la buona lettura del reale, indaffarata qual è a mentire a sé stessa e ricercare negli uomini-alibi più ottusi e prevaricatori, nei falsi profeti dell’infomazione più fantasiosi e mendaci il senso che sfugge di mano, che vive il tempo di un sole come la farfalla dipinta sul sesso della Donna.
Messaggio subliminale voluto e costoso: signori telespettatori l’uomo appartiene agli organi riproduttivi ormai velocizzati, perduta la centralità dello spirito dell’uomo. Un filosofo un po’ materialista, un certo Feuerbach che per filosofare in pace dovette sposare una donna molto ricca, bè il tipo levatosi una mattina lo stomaco particolarmente affamato coniò la frase
l’uomo è ciò che mangia.
Non poteva sapere, maschino,  che un giorno qualcuno più affamato di lui avrebbe coniato la frase: l’uomo è dove sta la farfalla.
L’uomo “accasato nella cosa”… accosato?  Cadde nella prigione dei sensi, giammai libero nel pensiero. Il suo luogo ormai il logo, un tempo il suo riposo nel cibo, oggi il suo riposo la macchina.  Travaglio, Santoro Grillo e inverse tendenze: Che pensino in nostro luogo, al suono pregevole delle migliaia di Euro. Che si portano a casa alla fine del mese. Mentre la massa sputa l’anima a mille euro.
Finalmente la conoscenza tese la mano verso ciò che le era dovuto, venne a signoreggiare e possedere  la terra e  gli uomini che la abitarono (Nietzsche)
Ma è questo il ritorno al futuro, per interpretarlo efficacemente avanziamo verso il principio. Anticipiamolo con questa frase di mio conio: la più grande sconfitta ha il pregio di togliere al perdente la responsabilità della vittoria.
“Il sistema della nullizzazione o estinzione”  provvede segnatamente a sovvertire la frase. Provando ad applcare la proprietà distributiva: la più grande vittoria ha il pregio di togliere al perdente la responsabilità della sconfitta. La vittoria Montiana,un esempio per tutti.
Mica è colpa nostra se quel galantuomo di Napolitano ce lo ha imposto a furor di popolo e relativa messa in saccoccia.
Stappate lo Champagne peninsulari, abbiamo cacciato il tiranno.
Tempora bona veniant. Li annuncia a fine 2011 il sobrio bocconiano dai suoi aliti cattivi, che puzzano Trilaterale dalla bocca e Bilderberg dal culo, sfiati perigliosi, poterono impestare dove non batte il sole. Le tasche degli italiani dove non batte un ghello? Macchè!
I cervelli, mi dia retta, dove non si batte un chiodo. Ma batte la pioggia d’oro dell’informazione a ciclo continuo, (abbiamo infine formulato il moto perpetuo). La quale prima ti invita e dire: viva Monti e dopo ti dice vai al mare. Che è meglio, anzi vai in un mare di guai, te, tu moje e la vil prole. Tanto che ti frega: il mare è inquinato, lo sono i fiumi, lo sono i terreni, lo sono le arie mefitiche, lo sono le scuole, le televisioni, la radio, Internet, facebook, Twitter e l’anima de l’i mortacci. Non lo sai che con una certa probabilità il terremoto dell’Emilia è il frutto dell’Italiaca sregolatezza?
Trivella oggi trivella domani, disbosca, taglia, smantella, inquina, infila ogni sorta di porcherie dentro il grembo di madre terra, alla maniera di Berlusconi, l’infilatore piduista di professione e tutti i verbi collaterali, il trivellatore delle coscienze, il disboscatore dello spirito, il tagliatore della morale, l’inquinatore dell’informazione, l’infilatore di ogni sorta di porcherie nei patri cervelli, l’Italico genio nel cavaliere trovò il suo riposo. E il nostro, eterno. Amen.
Ma dove t’involi Italico genio?
Nel sistema della corruzione. Quella vera, dello spirito.
   Frequentavo il quinto ginnasio, il tempo delle maledette traduzioni alla lavagna dall’Italiano al Latino. Traduca in lingua latina  signorina: La peggiore delle corruzioni è la corruzione dei migliori. Corruptio optimi pessima. 
  Stupendamente sintetica la Lingua Latina: tra optimi e pessima piazza l’azione nuda e cruda: la corruptio. I latini che non avevano tempo da perdere nè si pascevano delle migliaia di parole che dicono tutto per non dire nulla, sparavano il verbo appropriato nel posto che gli spettava. Noi tra l’ottimo e il pessimo mettiamo le liste brodose dei processi di Berlusconi che sappiamo con perfezione finiranno in un nulla di pagato. Le nostra approssimate conoscenze riguardo la Massoneria più che liquidabile in tre parole.
Associazione a delinquere finalizzata a strappare il sacro dalle coscienze.
Punto, senza ulteriori chiacchiere labirintiche.
Rimane la domanda, al posto del sacro che ci mettono i massoncelli belli? IL VUOTO. Of course, l’inverso del sacro è l’assenza del sacro.
L’assenza del sacro è la perdita della radice spirituale.
La perdita della radice spirituale è la perdita dell’identità spirituale.
La perdita dell’identità è la perdita dell’Io.
Tolto l’IO dall’io, che rimane secondo voi?  Il non io. La negazione di me.
  Per finire ragionando: la frasetta latina dove voglia andare a parare è presto detto. L’ottimo e il pessimo, simbolicamente rappresentano i due elementi dell’uomo: lo Spirituale, la testa-coscienza o la capacità erotica. L’amore, l’ottimo. Il Biololgico-animale, il sesso. Il pessimo. Non già perché sia di per sé cattiva la materia, nondimento la materia mancando lo spirito è materia bruta, pessima. Capace soltanto di riprodursi per azione seriale,  pessima. La frase annuncia quindi il rovesciamento dell’uomo: da soggetto penetrante a oggetto penetrabile. Quando corrotto l’ottimo, il sacro, l’ascesa alle cose dello spirito, non si può che precipitare in Italia.
Nel tuo petto, Italico, sono le stelle del tuo destino.  Detta da  Jung con una sostanziale correzione personale, Gustavo ha detto uomo, io dico italico).
Uomo e Italico stanno come i fattori della frase latina con il verbo nel mezzo. Ottimo e pessimo.
Se le stelle riguardano l’italico, sono le 5 Stelle del comico che ha smesso di farsi pagare (brillantissima osservazione di qualcuno) sperando che non la faccia pagare a tutti e in un colpo solo, a gioco giocati. Rien ne va plus.
Seguirlo e votarlo, più che una girata di roulette da casinò, mi pare una giratina di quella russa.                Pistola alla tempia: Italiani preferite Monti o Grillo?
Almeno Grillo ce fa ride.


Vi piazzo in coda alcuni discorsi intelligenti di Paolo Barnard. Sono i discorsi che faccio anch'io, e potrei farvi da scrittore. Tuttavia, dal momento che ci pensa Paolo a farli, perchè dovrei rifarli? Tanto vale ascoltare i suoi. Le persone intelligenti non temono i confronti con gli intelligenti, al contrario li invocano. Due uomini intelligenti sono meglio di uno, ma due discorsi intelligenti sono lo stesso discorso. Tanto vale lasciarli alla loro Unicità. Nonostante la molteplicità delle intelligenze che li sanno concepire. 
La verità è una, non conosco di più singolare della Verità. 

3 commenti:

  1. Prendo spunto dal tuo scritto Isabella e dal dipinto di De Chirico "La solitudine del poeta."
    Se fossi avvezza a maneggiar matite e pennelli il mio dipinto raffigurerebbe un uomo e una donna senza teste e con il ventre pieno di libri chiusi da lucchetti che rappresenterebbero la "non conoscenza" altrimenti detta ignoranza.
    Non è forse la non conoscenza, come la verità?
    La verità quando è nascosta, giace in sè stessa e così l'ignoranza.
    Al dipinto aggiungerei un particolare.
    La donna nell'atto di partorire le famose tre scimmiette: NON VEDO-NON SENTO-NON PARLO.

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  2. Efficace commento, immagine interessante..avesse ragione Darwin, soltanto..alla rovescia? dall'uomo alla scimmia?

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  3. Ne sono convinta Isabella. Ci sarà un momento in cui la pellicola comincerà a riavvolgersi e chi ci sarà, assisterà a scene già viste, un viaggio a ritroso della storia, fino alle origini. Chi può dire che quel momento non sia già cominciato? La storia è sempre uguale e sempre nuova. "Historia se repetit".

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